La Santeria, o Regla de Ocha, è ben conosciuta e studiata. Meno misteriosa di quanto si pensi o gli stessi cubani vogliano lasciar credere, mantiene comunque carattere di complessità notevole e comprenderla a fondo è assai difficile se non impossibile. Ancora più arduo il compito di raccontarla per immagini.
Ci ha provato e ci è riuscito, l’amico fotografo Aldo Bianchi, con un lavoro approfondito di indagine fotografica raccolto nel libro “Santeros”, ove fotografie e testi si compendiano mirabilmente.
Io ho cercato di capire cosa scorra nell’animo dei cubani dedidti alla Santeria e ho visto e a volte condiviso l’enorme energia che sgorga da questa religione afro-cubana e soprattutto dai numerosi e complessi rituali. Dal punto di vista fotografico mi sono limitato a cercare di cogliere qualche inquadratura non solo dei momenti topici del rituale, ma anche se non soprattutto delle attese e di quella sorta di stanchezza e abbandono che inevitabilmente segue.
A Cuba per denaro e per i turisti si fa tutto e quindi non mancano i falsi rituali santeri o le serate musicali a ritmo di rumba più o meno mascherate da misteriosi raduni santeri.
Io ho avuto la fortuna e il privilegio di assistere a rituali certamente autentici, immancabilmente a Regla, Casablanca e Guanabacoa, sulla baia de La Avana, e Santiago de Cuba.
Non avrei potuto scattare le mie fotografie senza l’aiuto e la guida di Ivan, ormai diventato un amico, Santero di Regla, suonatore di tamburi batà, gli strumenti sacri della Santeria, e quindi parte di una sorta di casta sacerdotale. Con lui sono potuto entrare nelle case private dove si svolgevano i rituali e ben accetto, condividere questo aspetto della vita cubana scandito da musica assordante, rumba, cibo e moltissimo alcol.
Per rispetto agli amici cubani che mi hanno ospitato ho evitato, come richiesto, di scattare fotografie dei sacrifici animali e dei momenti di trans, vera o presunta, in cui regolarmente cadono, oltre al Babalawo (padre dei segreti e santone principale), molti dei presenti al rituale.